Lettera di Giovanni Giacometti a Giovanni Segantini
Commenti alla sua lettera. Rifiuto dell'idea di associazioni di artisti. Comunità o convento di artisti nella Foresta Nera. Idee di Tolstoi sull'arte.
"...L'ho letta e fatta leggere agli artisti, ad amatori d'arte e scienziati. Tutti trovano vere e sublimi le idee fondamentali e il concetto dell'arte vera in quella espressa. L'idea poi di associazioni di artisti in uno stato futuro non è generalmente accettata. Gli artisti dubitano che in modo di vita comune, monastica, le singole individualità possano alignare e unirsi. Ce n'è sempre uno superiore agli altri o per forza di volontà o per impegno, e vivendo con lui in comunione e in giornaliero contatto esiste il pericolo che la sua arte s'imponga a tutti e che gli altri, invece di seguire i propri impulsi secondo le loro capacità e fare arte vera, non facciano che imitazione. Io non nego di trovare ragionevole un simile timore, quando si ammette che la vera arte non è che le impressioni di un individuo comunicate agli altri per la via dell'arte. E questa è anche l'idea vera fondamentale messa in pratica con tanta forza nelle sue opere. Noi, forse, come altri asseriscono, a conto troppo nell'enregia indiviaduale dei singoli artisti. E poi ciò che principalmente si oppone, in pratica, alla formazione di comunità di artisti è appunto l'idea dell'amore, della donna, della famiglia. Non ho trovato nessuno che si avesse dichiarato pronto, caso mai simili comunità già esistessero, di abbandonare tutto per prendervi parte. Tutti oppongono che la libertà individuale sia necessaria all'artista, e che l'artista, per fare della vera arte che abbia valore nella vita e che sia a tutti comprensibile, debba egli stesso vivere della vita degli altri, combattere per l'esistenza e provare le medesime sensazioni comuni a tutti gli uomini. Ho riflesso su questa osservazione e la ammetto. Isolandoci dalla vita comune noi non proveremo più le medesime sensazioni, e la nostra arte non sarebbe più così immediata e sincera. ..Uno scienziato poi mi disse non esistere pericolo alcuno che l'arte venga soppressa, in qualunque stato futuro possa darsi. Noi stiamo, nella Svizzera, in pieno socialismo. Ogni progetto di legge nuovo è basato sull'idea socialistica e l'arte riceve dallo stato sempre maggior protezione, disgraziatamente con criterio molto dubbio. Il criterio vero dell'arte, come asserisce Tolstoi, appunto nella società che si innalza a protettrice dell'arte e per la quale oggi l'arte vien fatta, è degenerato, sconosciuto, perciò gli innumerevoli prodotti d'arte falsa. A Zurigo ho comperato l'opera di Tolstoi, essa è l'arte alla quale lei risponde colla sua lettera. Ma Tolstoi ha già pubblicato u'altra opera come continuazione del suo primo opuscolo, intitolato contro l'arte moderna, che ho pure acquistato e letto. In quest'opera Tolstoi esprime le medesime opinioni ed idee, che lei, caro maestro, espresse nelle sue prime lettere ...e nella sua opera intera. L'idea che ha Tolstoi, dell'arte religiosa, che chiama la vera arte, è così vasta e grande e scevra d'ogni culto falso che diventa invero la vera arte di valore umano. Leggendola io vidi emergere da tutte le opere gloriose che Tolstoi condanna come arte falsa, le opere sue, caro maestro. Secondo me esse hanno quella vera impronta religiosa che Tolstoi appunto cerca in un'opera d'arte moderna. L'arte deve rendere gli uomini buoni. Questo lo dice lei e lo dice Tolstoi. Ho osservato nell'esposizione a Basilea come gente che passava indifferente davanti a un'opera d'arte che dagli artisti poteva essere ammirata per la sua fattura e originalità, non potevano resistere al fascino semplice e mesto del suo quadro "ritorno all'ovile". Io abiuro al convento, ma cercherò di fare arte buona. La settimana futura potremmo discorrere più liberamente a bocca...".
1898 novembre 1
Faldone 4, lettera 372
"...L'ho letta e fatta leggere agli artisti, ad amatori d'arte e scienziati. Tutti trovano vere e sublimi le idee fondamentali e il concetto dell'arte vera in quella espressa. L'idea poi di associazioni di artisti in uno stato futuro non è generalmente accettata. Gli artisti dubitano che in modo di vita comune, monastica, le singole individualità possano alignare e unirsi. Ce n'è sempre uno superiore agli altri o per forza di volontà o per impegno, e vivendo con lui in comunione e in giornaliero contatto esiste il pericolo che la sua arte s'imponga a tutti e che gli altri, invece di seguire i propri impulsi secondo le loro capacità e fare arte vera, non facciano che imitazione. Io non nego di trovare ragionevole un simile timore, quando si ammette che la vera arte non è che le impressioni di un individuo comunicate agli altri per la via dell'arte. E questa è anche l'idea vera fondamentale messa in pratica con tanta forza nelle sue opere. Noi, forse, come altri asseriscono, a conto troppo nell'enregia indiviaduale dei singoli artisti. E poi ciò che principalmente si oppone, in pratica, alla formazione di comunità di artisti è appunto l'idea dell'amore, della donna, della famiglia. Non ho trovato nessuno che si avesse dichiarato pronto, caso mai simili comunità già esistessero, di abbandonare tutto per prendervi parte. Tutti oppongono che la libertà individuale sia necessaria all'artista, e che l'artista, per fare della vera arte che abbia valore nella vita e che sia a tutti comprensibile, debba egli stesso vivere della vita degli altri, combattere per l'esistenza e provare le medesime sensazioni comuni a tutti gli uomini. Ho riflesso su questa osservazione e la ammetto. Isolandoci dalla vita comune noi non proveremo più le medesime sensazioni, e la nostra arte non sarebbe più così immediata e sincera. ..Uno scienziato poi mi disse non esistere pericolo alcuno che l'arte venga soppressa, in qualunque stato futuro possa darsi. Noi stiamo, nella Svizzera, in pieno socialismo. Ogni progetto di legge nuovo è basato sull'idea socialistica e l'arte riceve dallo stato sempre maggior protezione, disgraziatamente con criterio molto dubbio. Il criterio vero dell'arte, come asserisce Tolstoi, appunto nella società che si innalza a protettrice dell'arte e per la quale oggi l'arte vien fatta, è degenerato, sconosciuto, perciò gli innumerevoli prodotti d'arte falsa. A Zurigo ho comperato l'opera di Tolstoi, essa è l'arte alla quale lei risponde colla sua lettera. Ma Tolstoi ha già pubblicato u'altra opera come continuazione del suo primo opuscolo, intitolato contro l'arte moderna, che ho pure acquistato e letto. In quest'opera Tolstoi esprime le medesime opinioni ed idee, che lei, caro maestro, espresse nelle sue prime lettere ...e nella sua opera intera. L'idea che ha Tolstoi, dell'arte religiosa, che chiama la vera arte, è così vasta e grande e scevra d'ogni culto falso che diventa invero la vera arte di valore umano. Leggendola io vidi emergere da tutte le opere gloriose che Tolstoi condanna come arte falsa, le opere sue, caro maestro. Secondo me esse hanno quella vera impronta religiosa che Tolstoi appunto cerca in un'opera d'arte moderna. L'arte deve rendere gli uomini buoni. Questo lo dice lei e lo dice Tolstoi. Ho osservato nell'esposizione a Basilea come gente che passava indifferente davanti a un'opera d'arte che dagli artisti poteva essere ammirata per la sua fattura e originalità, non potevano resistere al fascino semplice e mesto del suo quadro "ritorno all'ovile". Io abiuro al convento, ma cercherò di fare arte buona. La settimana futura potremmo discorrere più liberamente a bocca...".
1898 novembre 1
Faldone 4, lettera 372
| Archiv: | Segantini |
| Signatur: | 15.2.2012 |
| ID Nummer: | ID-4201426 |
| Provenienz: | Archivio Segantini 4 |
| Eingangsdatum: | 15. Februar 2012 |
| Besitzverhältnis: | Leihgabe |
| Urheber: | GIACOMETTI GIOVANNI |
| Handlungszeitraum: | 1898 novembre 1 |
| Handlungsort: | Kleim-Klems |
| Arten: | Briefe, Manuskripte |
| Themen: | Andere, Personen |
| Technik/Material: | Fotocopia |
| Anzahl: | 1 |
| Masse: | A4 |
| Standort: | Depot 9, Schrank, Segantini Archiv 4 (Faldone 4, lettera 372) |
Bestand dieser Archivalie: |
15.2.2012 |